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L’appello al Governo italiano per la sottoscrizione al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari

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In un momento di grande apprensione mondiale che la guerra in Ucraina possa evolversi in un conflitto nucleare planetario, la Scuola Nazionale Ambiente constata con sconcerto che l’Italia non risulta tra le nazioni che hanno sottoscritto il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) già approvato ben cinque anni fa (2017) dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Inoltre, nonostante l’articolo 11 della Costituzione Italiana “ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”, l’Italia consente che le testate nucleari stazionino nel proprio territorio. Ecco quanto riporta l’Appello lanciato da Scuola Nazionale Ambiente al Governo e Parlamento Italiano: Appello messa al bando della armi nucleari

Premesso che

Che nel 2017, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) che vincola gli Stati firmatari a sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari, o anche permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Ma anche a redigere piani definiti nel tempo e legalmente vincolanti per farlo. E ad assistere, incoraggiare o indurre altri Paesi ad essere coinvolti in tali attività proibite. mettere al bando le armi nucleari;

Che il 22 Gennaio 2021, tale Trattato ha raggiunto e superato le 50 adesioni indispensabili per l’entrata in vigore; Appello messa al bando della armi nucleari

Che, nonostante dall’articolo 11 della Costituzione Italiana (“l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”), l’Italia non risulta tra i Paesi che hanno sottoscritto il TPNW nonostante ben 246 deputati e senatori avessero sottoscritto l’ICAN Pledge con il quale si impegnavano a sostenere il percorso di ratifica del Trattato in questione da parte del nostro Paese;

Che, come ha ammesso lo stesso presidente russo Putin nel intervento alla Conferenza sul Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP): “Non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e non dovrebbe mai essere scatenata, e sosteniamo una sicurezza uguale e indivisibile per tutti i membri della comunità mondiale”;

Che il 6 Agosto, in occasione dell’anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki da parte degli Stati Uniti, lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato che: “L’Italia sostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, attraverso un approccio progressivo al disarmo che preveda il responsabile coinvolgimento di ogni Stato. L’agenda internazionale non può prescindere da questo traguardo”;

Che il 2 agosto 2022, alle Nazioni Unite, il Rappresentante Permanente dell’Italia all’ONU, Amb. Maurizio Massari, ha riaffermato che “l’Italia ribadisce la sua forte fiducia nel Trattato come pietra miliare del regime globale di non proliferazione nucleare, come componente essenziale degli sforzi di disarmo nucleare e come componente chiave dell’architettura multilaterale”.

Che, pur riconoscendo la “primaria importanza al Trattato di non-proliferazione e all’attuazione delle sue disposizioni, che restano il cardine del regime globale per il disarmo e la non-proliferazione nucleari” e che l’Italia punta al “raggiungimento di un mondo più sicuro e libero dalle armi nucleari, in linea con l’articolo VI dell’NPT”, il nostro Paese ha deciso di non partecipare, nemmeno come osservatore, alla Conferenza degli Stati parti del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari svoltasi a Vienna dal 21 al 23 Giugno scorsi e alla quale hanno partecipato altri rappresentati di Stati non firmatari del TPNW e Paesi alleati Nato;

Che il Governo italiano ha dichiarato sul proprio sito ufficiale che l’Italia è “convinta che disarmo e non-proliferazione non possano essere dissociati”;

Che, nonostante tutto ciò, il nostro Paese continua ad essere parte attiva del programma Nuclear Sharing della Nato, ospitando decine di testate nucleari statunitensi sul territorio italiano e che continuiamo ad ospitare sul territorio nazionale decine e decine di ordigni nucleari e che, secondo alcune fonti, l’Italia sarebbe addirittura pronta a mettere a disposizione anche i propri aerei da combattimento e i propri piloti per utilizzare ordigni nucleari;

Che, proprio per questo motivo, l’Italia sarebbe un potenziale bersaglio in caso di conflitto armato e che, dopo l’entrata in vigore del TPNW, l’Italia ospiterebbe sul proprio territorio armi di distruzione di massa proibite; Appello messa al bando della armi nucleari

Che non risultano essere state avviate iniziative ufficiali volte a sollecitare l’adesione al TPNW da parte dei Paesi aderenti alla Nato e delle altre nazioni dotate di arsenali atomici;

Ciò premesso, si chiede di conoscere Appello messa al bando della armi nucleari

– quale intende essere la posizione del Parlamento e del Governo in merito all’adesione al TPNW;

– quali sono le ragioni per le quali tale adesione non è ancora avvenuta;

– se, visto quanto previsto dal TPNW e visti i rischi che comporta continuare a mantenere ordigni nucleari sul territorio nazionale, il Governo e il Parlamento non ritengono opportuno uscire dal programma di Nuclear Sharing della Nato;

quali iniziative ha intrapreso o intende intraprendere a breve l’Italia a livello internazionale nella direzione prospettata dal Presidente della Repubblica.

 

Catania, 26.09.2022

 

Scuola Nazionale Ambiente di Movimento Azzurro


 

 

Se vuoi aderire all’appello scarica il documento al seguente link, sottoscrivilo, e invialo a info@scuolanazionaleambiente.com

Scuola Nazionale Ambiete - TPNW

 

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